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lunedì 23 novembre 2015

L'ARTE GOTICA

Architettura



Lo stile gotico nasce verso la metà del XII secolo in Francia: partendo dal modello romanico, gli architetti realizzano cattedrali tanto alte e luminose da meravigliare i contemporanei. Questo nuovo stile si estende rapidamente nell'ambito dell'architettura e si diffonde in tutta Europa. In Italia il Gotico assume caratteristiche molto particolari, differenziandosi notevolmente dallo stile d'Oltralpe. Il termine “gotico” ossia “barbarico” ha origini rinascimentali, in quel periodo veniva definita così tutta l'arte lontana dall'armonia classica.


Le spesse pareti della chiesa romanica hanno funzione portante, per creare grandi finestre diviene quindi necessario elaborare un complesso di sistema di spinte e controspinte, che va a modificare il sistema costruttivo romanico. I calcoli degli architetti e le loro sperimentazioni permettono la realizzazione di edifici monumentali, la cui struttura portante, fondata sul principio dell'arco acuto, è in grado di reggersi senza il sostegno delle pareti.





 Le masse i volumi compatti dell'architettura romanica sono sostituiti da uno scheletro slanciato verso l'alto, in cui grazie alle grandi finestre, il vuoto prevale sul pieno, dando un'idea di leggerezza e una grande luminosità all'interno delle chiese.







 Le cattedrali sono arricchite da sculture, vetrate colorate e preziosi oggetti di oreficeria. Una fitta decorazione riveste l'intera cattedrale, i portali si ingrandiscono rispetto a quelli romanici e si popolano di statue di santi e di profeti. Le figure umane, ma anche gli animali e i vegetali delle decorazioni si fanno via via più naturali. I colori che le rivestivano accentuavano la vivacità delle decorazioni scultoree.















L'architettura civile: palazzi e castelli

L'architettura civile ebbe un notevole sviluppo in Italia nel periodo di diffusione dello stile gotico, grazie alla costruzione di palazzi pubblici, abitazioni e castelli signorili. L'edificazione di castelli proseguì fino al XIV secolo, con funzione di residenza fortificata per la difesa dei vari feudi. 








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La pittura nel secondo medioevo



Duccio di Buoninsegna, Maestà di Santa Maria Novella, 1285, tempera su tavola, Firenze Galleria degli Uffizi
Gli angeli sono disposti uno sopra l'altro e il colore prevale sugli effetti di chiaroscuro: la sensazione di profondità è meno evidente.




Cimabue, Madonna in maestà, 1280-90, tempera su tavola, Firenze Galleria degli Uffizi
la parziale sovrapposizione degli angeli crea dei piani di profondità che suggeriscono l'idea dello spazio. Il chiaroscuro suggerisce la tridimensionalità delle pieghe degli abiti.


Giotto, Madonna di Ognissanti, 1310, tempera su tavola, Firenze Galleria degli Uffizi
La disposizione degli angeli e il trono danno profondità alla scena. La figura della Vergine è più realistica e i volumi sono ben rappresentati dagli effetti di chiaroscuro.

L'ARTE ROMANICA

Tra l'XI e il XII secolo fu costruita una moltitudine di chiese che trasformò radicalmente il panorama dell'Europa medievale.
Nelle campagne furono costruite le pievi, piccole chiese di campagna per il culto delle comunità locali, e i monasteri che, insieme ai castelli, svolgevano un ruolo importantissimo nel sistema feudale.
Nei centri urbani furono edificate imponenti cattedrali, spesso affiancate da campanili e battisteri.
La loro costruzione era spesso finanziata dalle comunità cittadine orgogliose delle proprie cattedrali.
Lungo le vie di pellegrinaggio furono erette le abbazie annesse ai monasteri.





Un linguaggio europeo

Pievi, abbazie, cattedrali, nonostante le diverse funzioni, hanno tratti stilistici ricorrenti, in tutto l'Occidente. Il linguaggio artistico romanico nacque da elementi culturali comuni a diversi Paesi Europei. Infatti le maestranze (architetti, muratori, carpentieri, operai) si spostavano da un cantiere all'altro, lungo le vie dei pellegrinaggi, diffondendo le innovazioni tecniche e stilistiche.
L'architettura romanica perciò è ben riconoscibile, nonostante le infinite varianti regionali , determinate da differenti tradizioni locali e dalle diverse influenze culturali (bizantine, arabe, normanne…)







Il recupero delle tecniche costruttive romane
Gli architetti recuperarono il sistema ad archi e volte degli antichi romani.
Le coperture in legno erano più semplici da costruire, ma erano maggiormente soggette agli incendi, furono così sostitute dagli architetti con grandi volte in muratura, decisamente più resistenti al fuoco, ma anche più pesanti; perciò si rese necessario collocare possenti pilastri al posto delle colonne e irrobustire i muri perimetrali, che diedero agli edifici un aspetto massiccio e possente.
Gli architetti non si limitarono ad imitare le soluzioni antiche ma elaborarono un nuovo modo di progettare gli edifici.
Le navate furono realizzate affiancando diverse campate, costituite da una volta retta da quattro pilastri. Gli architetti assunsero, infatti, la campata come modulo base per l'edificio e garantirono così coerenza, armonia, e ritmo all'interno della chiesa. L' arco a tutto sesto diventa un tratto fondamentale del nuovo stile. È presente nei portali e nelle finestre ed è costantemente ripetuto nelle logge e lungo le pareti e finestre.























La decorazione al servizio dell'architettura
Le chiese furono completate da immagini di contenuto sacro che trasformarono le cornici architettoniche e le superfici delle pareti in immense pagine dipinte e scolpite, una specie di “Bibbia figurata”, destinata ad avvicinare alla parola di Dio anche la maggior parte dei fedeli che allora erano analfabeti.

La scultura assunse grande importanza, diventando parte integrante dell'architettura: i rilievi allora vivacemente colorati, sottolineavano alcuni elementi architettonici portanti come i capitelli e le cornici o i portali che segnalavano simbolicamente l'ingresso nello spazio sacro.







La scultura romanica
La scultura romanica si sviluppò in stretto rapporto con l'architettura e con una funzione di insegnamento.
Gli elementi tipici della scultura romanica:
  • chiarezza della narrazione
  • semplificazione delle forme
  • espressività delle figure
  • prevalenza delle figure sull'ambiente
Furono sperimentate soluzioni alternative alle forme rigide e bidimensionali dei secoli precedenti: a poco a poco gli scultori romanici diedero consistenza alle figure, attraverso volumi solidi e robusti e l'espressività dei gesti.
I rilievi raffiguravano episodi della storia sacra e della vita dei santi, ma anche visioni apocalittiche con diavoli e mostri infernali. Spesso venivano rappresentati telamoni, ossia figure umane che reggono sulle loro spalle il peso delle strutture architettoniche e che rappresentano simbolicamente l'oppressione del peccato che tortura l'uomo.



Furono spesso rappresentati anche cicli profani di vita umana e naturale, quali: le stagioni e i mesi dell'anno con i mestieri che vi si svolgevano, i segni zodiacali e anche le favole antiche o le leggende narrate all'epoca.


Questi temi apparentemente lontani fra loro, costituivano invece un percorso di avvicinamento al divino, partendo dalla vita terrena, si passava poi a mostrare i premi e i castighi dell'aldilà. Nei rilievi il fedele vedeva così illustrata tutta la cultura dell'epoca, in cui riusciva a leggere il destino dell'umanità, dalla creazione del mondo al Giudizio Universale.

Wiligelmo, uno dei principali scultori romanici italiani, ha raffigurato sulla facciata del Duomo di Modena, gli episodi della Genesi, con un tono solenne ma in modo chiaro e semplice, poiché fossero comprensibili a tutti.



Opera: Deposizione di Cristo dalla croce, Benedetto Antelami, 1178, Duomo di Parma
Il rilievo rappresenta la deposizione di Cristo dalla Croce. Alla destra di Gesù, sono rappresentate le pie donne, san Giovanni, la Vergine e la personificazione della Chiesa (più piccola delle altre figure) mentre dalla parte opposta sono rappresentati i centurioni romani e la personificazione della Sinagoga, la Chiesa ebraica, cui l'angelo abbassa la testa, decretandone la sconfitta.

I mostri che formano i cosiddetti “bestiari” tipici della civiltà romanica, rappresentano ammonimenti divini o interventi demoniaci. Alcuni di questi come le sirene o i centauri o le sfingi si rifanno alla cultura antica, altri, come i draghi e i mostri infernali, sono libere invenzioni della fantasia medievale e simboleggiano la lotta contro il male, il peccato e le tentazioni.




La pittura romanica

La pittura fu l'arte meno toccata dallo spirito innovatore del nuovo linguaggio romanico. I pittori infatti rimasero sostanzialmente legati alla tradizione bizantina, caratterizzata dalla disposizione simmetrica delle figure e staticità, anche se cercarono di conferire maggiore espressività ai volti attraverso accenni di chiaroscuro.




Bestiari Medievali






L'arte medievale è la più fantasiosa nella creazione di creature fantastiche e mostruose, ciascuna legata a una precisa simbologia. Tra le fonti di questo repertorio di immagini c'erano i bestiari, libri in cui erano elencati e descritti animali reali e di fantasia con le relative proprietà, oppure le enciclopedie, nelle cui sezioni astronomiche e geografiche erano anche descritte le creature deformi e mostruose che abitavano i confini della terra e gli astri. In quel periodo il mostro divenne simbolo del male e del demonio, del peccato umano, della punizione che attende i malvagi dopo il Giudizio Universale, dell'inferno stesso.

ESERCIZI:

  • SCEGLI UN ESSERE FANTASTICO O UN ANIMALE (leone, agnello, unicorno, serpente, sirena, centauro, drago, sfinge...) E RICERCANE L'ORIGINE E IL SIGNIFICATO.
  • DOPO AVER OSSERVATO LE IMMAGINI DEI CAPITELLI O DEI BESTIARI, ELABORA ANCHE TU UN ESSERE FANTASTICO O UN MOSTRO EVIDENZIANDONE IL CARATTERE SIMBOLICO.