Subito
dopo la prima guerra mondiale, la Germania, sconfitta e distrutta, è
alla ricerca di un sistema politico nuovo; dal 1919 al 1933 sempre in Germania, si assiste al tentativo di istituire una democrazia, periodo
storicamente noto come Repubblica di Weimar finito con l’ascesa al
potere di Adolf Hitler.
In
questi anni l’espressionismo tedesco si intreccia con le
dissacranti esperienze Dada, approdando a forme più realistiche note
col nome di “Nuova Oggettività”.
L'arte
non è più un mezzo per esprimere la salvezza, diventa piuttosto il
luogo in cui l'angoscia, lo spaesamento, il vuoto di orizzonti e di
obiettivi prende forma. In quei quattordici anni intensi e complessi
che portano dal disastro della guerra al dramma della dittatura, un
gruppo di artisti tedeschi tenta di interpretare la realtà con una
pittura così
oggettiva che incide come un bisturi, asettica fino all'imbarazzo in
una descrizione
grottesca e
aggressiva.
Industrializzazione
spinta, sviluppo tecnologico rapido, ascesa della borghesia
post-bellica si scontrano con la disoccupazione dilagante, la
corruzione della politica, la prostituzione, il mercato nero,
l'estremismo, la
corruzione. È
evidente
l’aperta polemica di questi artisti in una
società in cui convivono
il lusso più sfrenato e la miseria più nera, in
cui il
vizio e la corruzione hanno la meglio sui sentimenti di solidarietà
verso i più deboli abbandonati e derisi.
George
Grozs
Il
pittore George Grozs attraverso
dipinti, collage e fotomontaggi, si dedica alla satira
politica e sociale;
borghesi e prostitute mostrano una società corrotta e squallida. La
sua azione critica diventa più feroce con l’avvento del nazismo
tanto da essere costretto a fuggire in l’America.
Otto
Dix
Otto
Dix partecipa alla Nuova Oggettività elaborando una pittura desolata
e distaccata. Il “Ritratto
di Sylvia Von Arden” , giornalista
tedesca che siede in un Cafè, diventa un’esplicita critica alla
società tedesca: la giornalista è resa grottesca attraverso
l’esasperazione dei suoi tratti distintivi come i denti
digrignanti, il monocolo all’occhio, i capelli molto corti, le
sigarette, le mani enormi e nervose, le calze mal arrotolate su una
gamba, la posa instabile…
“Arte
degenerata”
Dal
1933 Hitler vuole
“epurare” tutti i settori della cultura bandendo tutti gli
artisti che non vogliono assoggettarsi alle sue volontà ed
eliminando dai musei tutte quelle opere che “offendono il più alto
grado della morale del popolo tedesco”. Tantissime opere vengono
vendute all’estero o addirittura bruciate pubblicamente.
Nel
1937 per volere di Hitler viene organizzata la mostra dell’Arte
degenerata, una mostra di opere non allineate alla cultura ufficiale
e ritenute “immorali”
Il
regime nazista inserì
artisti come Grozs
e Dix, nella
lista dei pittori “degenerati” , vennero
perseguitati e
costretti
a fuggire in altri Paesi, molte
delle loro opere andarono distrutte, vendute o disperse.
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