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venerdì 23 febbraio 2018

Espressionismo in Germania "La nuova Oggettività"

Subito dopo la prima guerra mondiale, la Germania, sconfitta e distrutta, è alla ricerca di un sistema politico nuovo; dal 1919 al 1933 sempre in Germania, si assiste al tentativo di istituire una democrazia, periodo storicamente noto come Repubblica di Weimar finito con l’ascesa al potere di Adolf Hitler.
In questi anni l’espressionismo tedesco si intreccia con le dissacranti esperienze Dada, approdando a forme più realistiche note col nome di “Nuova Oggettività”.
L'arte non è più un mezzo per esprimere la salvezza, diventa piuttosto il luogo in cui l'angoscia, lo spaesamento, il vuoto di orizzonti e di obiettivi prende forma. In quei quattordici anni intensi e complessi che portano dal disastro della guerra al dramma della dittatura, un gruppo di artisti tedeschi tenta di interpretare la realtà con una pittura così oggettiva che incide come un bisturi, asettica fino all'imbarazzo in una descrizione grottesca e aggressiva.
Industrializzazione spinta, sviluppo tecnologico rapido, ascesa della borghesia post-bellica si scontrano con la disoccupazione dilagante, la corruzione della politica, la prostituzione, il mercato nero, l'estremismo, la corruzione. È evidente l’aperta polemica di questi artisti in una società in cui convivono il lusso più sfrenato e la miseria più nera, in cui il vizio e la corruzione hanno la meglio sui sentimenti di solidarietà verso i più deboli abbandonati e derisi.


George Grozs
Il pittore George Grozs attraverso dipinti, collage e fotomontaggi, si dedica alla satira politica e sociale; borghesi e prostitute mostrano una società corrotta e squallida. La sua azione critica diventa più feroce con l’avvento del nazismo tanto da essere costretto a fuggire in l’America.


Otto Dix
Otto Dix partecipa alla Nuova Oggettività elaborando una pittura desolata e distaccata. Il “Ritratto di Sylvia Von Arden” , giornalista tedesca che siede in un Cafè, diventa un’esplicita critica alla società tedesca: la giornalista è resa grottesca attraverso l’esasperazione dei suoi tratti distintivi come i denti digrignanti, il monocolo all’occhio, i capelli molto corti, le sigarette, le mani enormi e nervose, le calze mal arrotolate su una gamba, la posa instabile…


 Arte degenerata”
Dal 1933 Hitler vuole “epurare” tutti i settori della cultura bandendo tutti gli artisti che non vogliono assoggettarsi alle sue volontà ed eliminando dai musei tutte quelle opere che “offendono il più alto grado della morale del popolo tedesco”. Tantissime opere vengono vendute all’estero o addirittura bruciate pubblicamente.
Nel 1937 per volere di Hitler viene organizzata la mostra dell’Arte degenerata, una mostra di opere non allineate alla cultura ufficiale e ritenute “immorali”
Il regime nazista inserì artisti come Grozs e Dix, nella lista dei pittori “degenerati” , vennero perseguitati e costretti a fuggire in altri Paesi, molte delle loro opere andarono distrutte, vendute o disperse.

 

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