Il
‘600 si apre con un’esperienza artistica del tutto
rivoluzionaria, quella di Michelangelo Merisi detto Caravaggio.
autoritratto
Dopo
l’apprendistato a Milano si trasferisce a Roma intorno al 1592.
Nelle
sue prime opere dipinge nature morte e alcune scene di genere con
figure di adolescenti, prediligendo
da subito la pittura dal vero.
Ben presto riceve importanti incarichi pubblici di grande rilievo
fra cui il Ciclo
di San Matteo in
San Luigi dei Francesi e la Conversione
di San Paolo per
Santa Maria del Popolo.
Conversione
di San Paolo, 1600-1601, olio
su tela, Roma, Santa Maria del Popolo
Caravaggio
dipinge in un
modo
completamente nuovo che sbalordisce,
stupisce e a volte scandalizza
i suoi contemporanei.
Artista dal temperamento passionale e violento
ma profondamente religioso, Caravaggio crea una pittura che è
commozione,
partecipazione, dramma ma
soprattutto verità.
La
pittura dal vero
di Caravaggio non è più decorazione ma vita vera: ritrae la realtà
naturale esattamente per quello che è, anche nelle sue imperfezioni.
Caravaggio
utilizza modelli scelti fra il popolo anche nelle opere religiose,
vestiti
con abiti a
quell’epoca moderni
anche quando descrive scene bibliche.
In
questo modo vuole celebrare i poveri e gli umili, mostrare come il
sacro si riveli proprio tra i sofferenti e i peccatori.
Cena
in Emmaus, 1601, olio e tempera su tela, Londra, National Gallery
Cena
in Emmaus, 1605-1606, olio su tela, Milano, Pinacoteca di Brera
Caravaggio
stravolge la pittura tradizionale in
cui i
personaggi più importanti vengono disposti al centro di
una
composizione ordinata e simmetrica, per organizzare la disposizione
degli oggetti e
delle
figure ricorre
sempre a linee
oblique e composizioni asimmetriche. Usa
un numero limitato
di colori, e
dipinge quasi sempre interni
bui.
La caratteristica
che rende immediatamente riconoscibili i suoi dipinti è il forte
contrasto tra chiaro e scuro. La
luce diventa uno strumento potentissimo in grado di scolpire sulla
tela scene intense
e commoventi,
trasformando l’osservatore in testimone oculare. Nel
buio profondo luci
improvvise
fanno emergere ciò che l’artista vuole evidenziare e non sempre si
tratta dei personaggi principali.
Vocazione
di San Matteo, 1599-1600, olio su tela, Roma, Chiesa di San Luigi dei
Francesi
Questo
fenomeno è visibile nella Vocazione di San
Matteo: Gesù
non è immediatamente visibile, si trova a destra, in secondo piano
seminascosto da San Pietro. La luce illumina solo in parte il suo
volto e la sua mano che indica Matteo. La luce, protagonista in
quest’opera, anche
se proveniente
da una fonte esterna alla
scena,
prosegue verso sinistra, evidenza
gli uomini che siedono intorno al tavolo e le loro reazioni: tre si
bloccano stupiti, mentre due, indifferenti alla chiamata, continuano
a contare le monete, Matteo, incredulo, indica se stesso. Caravaggio
trasforma l’evento
sacro in una scena di vita quotidiana,
in cui la presenza divina si trasforma in luce che irrompe nella
penombra della stanza illuminando i volti dei protagonisti che
emergono dallo sfondo scuro.
Bacco,
1596, olio su tela, Firenze, Galleria degli Uffizi
Le
opere giovanili
Le
opere giovanili rappresentano soggetti tratti dal quotidiano con
figure di giovani circondati da oggetti, fiori e frutti in una
continua analisi degli elementi naturali. Il Bacco
adolescente è un
chiaro esempio di questa tipologia di opera: l’antica divinità è
raffigurata come un giovane con il capo cinto da un tralcio di vite e
un delicato calice di vetro ricolmo di vino. In primo piano un
canestro di frutta con i riflessi degli acini d’uva, i frutti marci
e le foglie appassite.
La
Canestra di frutta è
considerata la prima vera natura morta dell’arte italiana. Il
realismo di quest’opera è tale da destare incredulità e
ammirazione, la presenza di frutta bacata e delle foglie macchiate o
avvizzite ha significati
simbolici legati alla
deperibilità delle cose terrene.
Canestra
di frutta, 1596, olio su tela, Milano, Pinacoteca Ambrosiana
La
morte della Vergine è
un’opera veramente sconvolgente, l’evento sacro della morte della
Madonna è rappresentato in un ambiente buio e umile, una
forte luce proveniente da sinistra evidenzia i gesti addolorati degli
apostoli con
volti
affranti e
popolani.
La
Madonna giace esanime in una posa scomposta e naturale di
un cadavere con
una mano sul grembo gonfio e il braccio sinistro abbandonato su un
cuscino, si intravedono anche i piedi nudi che
sporgono dal giaciglio;
il corpo della Vergine appare come un cadavere pallido e livido,
estremamente
umano,
non ha nulla di
divino.
Il
dipinto viene
rifiutato dai committenti e non sarà mai esposto nel luogo per cui
era stato ideato, viene
ritenuto assolutamente scandaloso, del tutto inadatto a rappresentare
un evento sacro.
Morte
della Madonna, 1604-1606, olio su tela, Parigi, Museo del Louvre
Particolare, Morte
della Madonna, 1604-1606, olio su tela, Parigi, Museo del Louvre
Per
la lettura completa e
la storia del dipinto “La morte della Vergine” apri il link:
lettura completa del dipinto
lettura completa del dipinto
Natività
Scudo
con testa di Medusa, 1598, olio su tela, Firenze, Galleria degli
Uffizi
Cupido
Madonna
di Loreto, 1604-1606, olio su tela, Roma, Sant’Agostino
Caravaggio
passa gli ultimi mesi di vita a Napoli, dove si è trasferito nella
speranza che gli venga accordata la grazia (l’artista era stato
condannato a morte qualche anno prima e per questo motivo era fuggito
da Roma).
Il
David con la testa di Golia viene dipinto alla fine del 1609 e
accluso alla domanda di grazia che Caravaggio invia al cardinale
Scipione Borghese.
É
un quadro violento e sconvolgente; il giovane David ha una
espressione di umana compassione e contempla senza baldanza la testa
urlante di Golia. La
descrizione del volto di Golia così espressiva nella fronte
corrugata, la bocca spalancata per l’ultimo respiro,
lo
sguardo sofferente, rappresenta il dramma umano vissuto dall’artista.
L’episodio
biblico diventa quindi impressionante testimonianza degli ultimi mesi
di vita di Caravaggio.
Il
dipinto sarebbe
in realtà un doppio autoritratto, l’artista si rappresenta sia nei
panni di Golia che in quelli di David, secondo questa interpretazione
, il David-Caravaggio non ancora toccato dal peccato, uccide il
Golia-Caravaggio ormai peccatore incallito.
La
grazia fu accordata ma Caravaggio, quasi al termine del viaggio verso
Roma, morì sulla spiaggia di Porto Ercole per circostanze ancora
misteriose.
Davide
e Golia, 1609-1610, olio su
tela, Roma, Galleria
Borghese
Davide
e Golia, particolare, 1609-1610, olio su
tela, Roma, Galleria
Borghese
Lo
stile pittorico di Caravaggio descrive
in modo crudo la realtà
con luci improvvise che irrompono oblique nel buio profondo, queste
caratteristiche si ritrovano nelle opere dei pittori detti
“caravaggeschi”.
Tra
questi c’è anche una donna, Artemisia
Gentileschi, una
delle più grandi pittrici del ‘600.
In
Giuditta che decapita Oloferne, soggetto
frequentemente utilizzato nella storia dell’arte, l’artista
rappresenta con efficacia gesti, espressioni, emozioni,
giungendo
a rappresentare una scena cruda, drammatica e
violenta.
Per
una lettura approfondita di quest’opera vai al seguente link:
Artemisia
Gentileschi, Giuditta e
Oloferne, 1631, olio su tela, Napoli, museo di Capodimonte
Caravaggio, Giuditta
e Oloferne, 1598-1599, olio su tela, Roma,
Palazzo Barberini
ora se vuoi, guarda questo breve filmato con le opere più importanti di Caravaggio
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