Storia
Intorno
all’anno Mille il villaggio di Aristanis divenne il
capoluogo del Giudicato di Arborea.
In
circa cinquecento anni di storia, dal X al XV secolo, il Giudicato
d’Arborea espresse una cultura di altissimo livello; nella seconda
metà del Trecento Mariano IV e sua figlia Eleonora promulgarono la
Carta de Logu, il moderno codice di leggi che governò la
giustizia nel regno d’Arborea.
Con
la conquista catalana nei primi decenni del Quattrocento, parte dei
territori del Giudicato costituirono il Marchesato di Oristano. In
seguito venne elevata a Città Regia ricevendo privilegi e
regolamenti concessi alle città catalane.
Tra
le prerogative di queste città vi era la possibilità di
costituzione dei Gremi, associazioni di mestieri con regole e
statuti.
I
più antichi documenti della Sartiglia si riferiscono alla
città di Oristano di età spagnola. La tradizione orale
vuole che, dalla sua origine, la Sartiglia si sia corsa
ininterrottamente fino ai giorni nostri. Attualmente si svolge in due
giornate: l’ultima domenica e l’ultimo martedì di carnevale.
I GREMI
L’organizzazione
della giostra equestre viene curata dal Gremio dei
Contadini di San Giovanni Battista la domenica
e dal Gremio dei Falegnami di San Giuseppe il martedì.
Su
Componidori è il re della Sartiglia, una sorta di cavaliere
semi-dio, è l’enigmatica figura a capo della corsa all’anello
(la stella) di origine medievale che si corre ad Oristano ogni
anno.
IL BANDO
Di
primo mattino, il giorno della corsa, il gruppo dei tamburini e dei
trombettieri scorta per le vie della città un araldo che, a
cavallo, da lettura al bando della Sartiglia, invitando il popolo ad
assistere alla corsa.
Il
corteo della Sartiglia è anticipato da una ricca sfilata di giovani
che in costume medievale accompagnano una ragazza a cavallo che
impersona il ruolo di Eleonora d’Arborea, la giudicessa che alla
fine del Trecento ha retto con saggezza le sorti del Giudicato
d’Arborea, l’antico regno medievale di Oristano.
LA VESTIZIONE
La
Vestizione de su Componidori il giorno della corsa, è la
prima solenne cerimonia.
Alle
Massaieddas vestite con l’abito tradizionale di Oristano,
guidate dall’esperta Massaia Manna, è affidato il compito
di trasfigurare il cavaliere in Componidori.
Il
cavaliere indossa gli abiti antichi de su Componidori: pantaloni di
pelle, la camicia bianca e il coietto, una giacca anch’essa in
pelle che si allunga a mo’ di gonnellino sul davanti.
La
posa della maschera sul viso del cavaliere è il momento più
emozionante dell’intero cerimoniale, in quel momento l’uomo si
trasforma in Componidori, una figura sublime.
Su
Componidori del gremio dei contadini indossa una maschera color
terra, i nastri che adornano il suo costume sono rossi come la
camelia che adorna il suo velo.
Su
Componidori del gremio dei falegnami indossa una maschera chiara
color cera, i suoi nastri sono celesti e rosa, come rosa è il colore
della sua camelia.
Per
ultimo viene posto sul capo un velo ricamato e un cappello a cilindro
nero.
Al termine della vestizione dovrà salire sul cavallo senza toccare il suolo sino alla fine della corsa.
Al termine della vestizione dovrà salire sul cavallo senza toccare il suolo sino alla fine della corsa.
Su
Componidori con al suo fianco su secundu e su terzu, si avvia verso
il percorso della giostra seguito dal corteo delle pariglie dei
cavalieri.
I CAVALIERI
I
Cavalieri della manifestazione si esibiscono in un imponente corteo
al seguito della pariglia de su Componidori, con cavalli riccamente
bardati a festa con rosette colorate, indossando preziosi costumi
della tradizione sarda e di quella spagnola.
In entrambe le giornate partecipano 40 pariglie, ogni pariglia è composta da tre elementi.
TAMBURINI E TROMBETTIERI
La colonna sonora della Sartiglia è costituita dai ritmi scanditi dei tamburi e delle trombe.
Tutte
le fasi della manifestazione sono accompagnate dai ritmi cadenzati
dei tamburi e dai sonori squilli delle trombe.
Il
corteo preceduto dalla schiera dei tamburini e trombettieri, procede
fra la folla mentre su Componidori benedice tutti con sa pippia de
maiu, (doppio mazzo di di viole mammole).
Giunti
nei pressi della Cattedrale, sotto il nastro verde che sostiene la
stella d’argento, sempre al ritmo dei tamburi, su Componidori e su
Secundu incrociano per tre volte le rispettive spade.
A
partire da quel momento inizia la sfida, su Componidori per primo
tenterà la sorte cercando di cogliere al galoppo la stella, poi sarà
la volta dei suoi due aiutanti in campo.
Successivamente
sarà la volta dei cavalieri a cui il capo-corsa concederà l’onore
della spada.
Calorosi
applausi e urla di giubilo della folla accompagnano i cavalieri che
centrano la stella, a lui resterà in ricordo una piccola stella
d’argento consegnatagli in dono; ai cavalieri che per sorte e
abilità riusciranno a cogliere la stella anche nella seconda
giornata di gara sarà donata una stella d’oro.
La
stella è simbolo di buona sorte e di fecondità. Il
numero di stelle colte durante la giornata sarà di buon auspicio per
il relativo gremio. Maggiore sarà il numero delle stelle colte più
proficuo sarà l’anno per contadini e falegnami.
Alla
pariglia del Componidori è concesso l’onore di affrontare di nuovo
il percorso e tentare di cogliere la stella con su stoccu,
queste saranno le ultime discese.
La
benedizione de su Componidori decreterà la fine della
manifestazione. Sarà lui in groppa al suo destriero con la schiena
distesa sul cavallo, con in mano sa Pippia de Maiu, ad
impartire, con gesti precisi, la benedizione a tutti i presenti
Dopo
questo emozionante rito detto “ sa remada” , si ricompone
il corteo guidato dal capo-corsa verso la via Mazzini dove si
svolgeranno le evoluzioni a Pariglia.
Su
questo percorso, secondo l’ordine, tutte le pariglie partecipanti
potranno cimentarsi nelle esibizioni. Apre la serie delle evoluzioni
la pariglia del capo-corsa, che per salvaguardare incolumità del
Componidori, non compie evoluzioni pericolose, ma un “semplice”
passaggio al galoppo con i cavalli appaiati.
Da
su Brucciu prendono il via le spericolate acrobazie dei cavalieri che
si spingono in spettacolari esibizioni al galoppo coi cavalli
affiancati.
L’ultimo
passaggio sul percorso è ancora una volta affrontato da su
Componidori con la sua pariglia. La chiusura della corsa è segnata
dal passaggio del capo-corsa che esegue l’ultima Remada della
corsa.
La
manifestazione si conclude con la cerimonia della Svestizione.
Su
Componidori accostandosi col cavallo sino a sa mesitta,
facendo sempre attenzione a non toccare terra, smonta da cavallo
direttamente sul tavolo dove avverrà la sua svestizione.
Le
Massaieddas, tolto il cilindro e il velo, sciolgono i lacci della
maschera.
Levata
la maschera finisce di esistere su Componidori e il volto dell’uomo
ricompare.I numerosi presenti salutano e si congratulano per
l’impresa del cavaliere.
Si
conclude con questa frase:
“Attrus
annus mellusu” ( auguri per altri anni migliori)