sabato 16 maggio 2015

La Prospettiva centrale


Lo stereotipo


Alla ricerca della prospettiva






La prospettiva

Nel Rinascimento, gli artisti studiarono ed applicarono un sistema di regole per rendere le loro opere più aderenti alla realtà.
Sentivano infatti l'esigenza di ri riprodurre in modo credibile la profondità di un ambiente, il volume degli oggetti e di rapportare fra loro le varie figure, rispettandone le giuste proporzioni. 
Questo metodo chiamato prospettiva lineare, imita la percezione visiva che noi abbiamo della realtà e consente di raffigurare lo spazio tridimensionale su una superficie piana, suggerendo l'illusione della profondità.
E' il punto di vista dell'osservatore a determinare il tipo di rappresentazione prospettica, nella prospettiva centrale l'oggetto è posto frontalmente all'osservatore, mentre nella prospettiva accidentale lo si guarda da una posizione angolare.










Il punto di vista dell'osservatore

La percezione di uno spazio varia a seconda dell'altezza e della posizione dell'osservatore. Se il punto di vista è basso e quindi la linea d'orizzonte scende nel foglio, si vedrà una porzione maggiore di cielo rispetto al terreno. Le due parti risultano equilibrate con la L.O. a metà altezza, mentre osservando dall'alto la porzione di terreno sarà maggiore rispetto al cielo.
Inoltre, spostandosi a destra o a sinistra, rispetto al centro dello spazio, la visione non è più bilanciata e simmetrica, ma appare maggiormente angolata.
Nella riproduzione di un'immagine, la scelta del punto di vista è molto importante perchè permette di dare maggior risalto ad alcuni elementi della scena rispetto ad altri.





Disegnare in prospettiva






Riprodurre gli oggetti nello spazio

Disegna alcuni solidi in prospettiva centrale collocandoli in diverse posizioni rispetto al punto di vista.
  • traccia la linea d'orizzonte e il P.F. poi disegna la faccia anteriore di ognuno
  • per disegnare le altre facce traccia da ogni angolo dei solidi una linea obliqua diretta al P.F.
  • completa le figure disegnando lo spigolo che delimita le facce che vedi in prospettiva, queste appariranno tutte deformate perchè seguono la direzione dello sguardo e creano l'effetto tridimensionale dell'oggetto
  • ricorda che le linee verticali e le linee orizzontali (delle facce anteriori) rimangono parallele fra loro


E ora prova col tuo nome ...






Scherzi...della prospettiva!















giovedì 14 maggio 2015

SURREALISMO

La dimensione dell'inconscio

Nel 1924 il poeta e critico André Breton pubblica il Manifesto del Surrealismo, un movimento d'Avanguardia esteso a tutte le arti : letteratura, pittura, scultura, cinema, teatro.
L'invito di Breton viene accolto dagli spagnoli Joan Mirò (1893-1983) e Salvador Dalì (1904-1989), dal belga René Magritte (1898-1967), dal tedesco Max Ernst (1891-1976) e da diversi dadaisti che confluiscono nel nuovo movimento.
Nel Surrealismo si attribuisce un'importanza fondamentale ai meccanismi dell'inconscio, del sogno e dell'immaginazione, in sintonia con la psicoanalisi del dott. Sigmund Freud.
L'arte è intesa come procedimento casuale, che genera immagini paradossali, assurde, improbabili.
Per creare immagini che appaiano casuali e illogiche come quelle che viviamo nei sogni, i surrealisti propongono  composizioni basate su associazioni automatiche.
Anche i titoli delle opere sono spesso dati alla fine e non hanno un legame diretto con l'immagine.
Il Surrealismo vuole farci vivere da svegli l'esperienza dei sogni, vuole farci raggiungere la surrealtà, cioè il contatto fra due stati opposti: il sonno (pensiero libero e istintivo) e la veglia (pensiero sotto controllo)
La pittura surrealista può essere figurativa o astratta, questi due aspetti talvolta si ritrovano anche nello stesso artista.

Le atmosfere sospese di Magritte

Secondo Magritte l'arte deve avere il potere di sorprendere e incantare.Rappresenta le cose con precisione e meticolosità, ma personaggi, oggetti e paesaggi sono "spaesati" perchè accostati in combinazioni illogiche e paradossali, generando un senso di assurdo e di mistero.
Parole d'Artista: " La mente ama l'ignoto. Ama le immagini il cui significato è sconosciuto, poichè il significato della mente stessa è sconosciuto"












Gli enigmi visivi di Dalì

Salvador Dalì è stato un personaggio dai modi molto eccentrici che si è dedicato alla pittura, alla scultura, alla fotografia e al cinema.
Abilissimo disegnatore e padrone assoluto delle tecniche pittoriche, rappresenta animali mostruosi, oggetti "molli" che alludono alla decomposizione della materia per l'effetto dello scorrere del tempo e che creano visioni di sogni o incubi.
I suoi dipinti materializzano le paure e i desideri che si nascondono nelle profondità del suo inconscio.
Spesso ricorre alla costruzione di immagini basate sulle illusioni ottiche e sull'ambiguità "figura-sfondo"
Parole d'artista: "Io mi sono sempre immaginato la mostruosità del sonno come una gigantesca testa pesante, con un lungo corpo sottile mantenuto in equilibrio dalle stampelle del reale" 













I sogni poetici di Mirò

Joan Mirò pittore, scultore, grafico e ceramista spagnolo, usa linee, colori, forme e materiali per liberare sulla tela immagini evocate dalla fantasia dal sogno e dalla memoria.
I dettagli realistici sono stilizzati e semplificati, come nel disegno infantile, vagano sulla superficie del dipinto in modo da creare un'immagine ironica e un'atmosfera poetica.
Le forme ispirate ad animali, insetti,uccelli, costellazioni, sono colorati con colori accesi e contrastanti e si compongono liberamente su sfondi di colori variegati.
Parole d'artista: "Lo spettacolo del cielo mi sconvolge. Mi sconvolge vedere un cielo immenso, la falce della luna o il sole. Nei miei quadri, del resto, vi sono minuscole forme e grandi spazi vuoti"












Max Ernst: tra sogno e ironia

Studioso di filosofia e di psichiatria, Max Ernst ha abbracciato L'Espressionismo e il Dadaismo prima di giungere al Surrealismo. Dipinge le sue visioni, pur senza abbandonare completamente il riferimento con la realtà. Per fare questo ha sperimentato varie tecniche espressive, soffermandosi su quelle che gli consentivano di ottenere effetti suggestivi, ad esempio il frottage, il grattage e lo sgocciolamento del colore (dripping). Alcune sue figure sembrano mostri da film di fantascienza.