venerdì 17 febbraio 2017

La Sartiglia






 Storia

Intorno all’anno Mille il villaggio di Aristanis divenne il capoluogo del Giudicato di Arborea.
In circa cinquecento anni di storia, dal X al XV secolo, il Giudicato d’Arborea espresse una cultura di altissimo livello; nella seconda metà del Trecento Mariano IV e sua figlia Eleonora promulgarono la Carta de Logu, il moderno codice di leggi che governò la giustizia nel regno d’Arborea.
Con la conquista catalana nei primi decenni del Quattrocento, parte dei territori del Giudicato costituirono il Marchesato di Oristano. In seguito venne elevata a Città Regia ricevendo privilegi e regolamenti concessi alle città catalane.
Tra le prerogative di queste città vi era la possibilità di costituzione dei Gremi, associazioni di mestieri con regole e statuti.
I più antichi documenti della Sartiglia si riferiscono alla città di Oristano di età spagnola. La tradizione orale vuole che, dalla sua origine, la Sartiglia si sia corsa ininterrottamente fino ai giorni nostri. Attualmente si svolge in due giornate: l’ultima domenica e l’ultimo martedì di carnevale.

I GREMI 

L’organizzazione della giostra equestre viene curata dal Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista la domenica

e dal Gremio dei Falegnami di San Giuseppe il martedì. 


Il 2 febbraio di ogni anno, festa della Candelora, i presidenti dei due gremi nominano ufficialmente il proprio Componidori con la consegna di un Cero benedetto.
I cavalieri designati avranno il compito di guidare rispettivamente le corse dell’ultima domenica e martedì di Carnevale.





SU COMPONIDORI 

 Su Componidori è il re della Sartiglia, una sorta di cavaliere semi-dio, è l’enigmatica figura a capo della corsa all’anello (la stella) di origine medievale che si corre ad Oristano ogni anno.





IL BANDO 

 Di primo mattino, il giorno della corsa, il gruppo dei tamburini e dei trombettieri scorta per le vie della città un araldo che, a cavallo, da lettura al bando della Sartiglia, invitando il popolo ad assistere alla corsa.


 Il corteo della Sartiglia è anticipato da una ricca sfilata di giovani che in costume medievale accompagnano una ragazza a cavallo che impersona il ruolo di Eleonora d’Arborea, la giudicessa che alla fine del Trecento ha retto con saggezza le sorti del Giudicato d’Arborea, l’antico regno medievale di Oristano.


 LA VESTIZIONE

La Vestizione de su Componidori il giorno della corsa, è la prima solenne cerimonia.
Alle Massaieddas vestite con l’abito tradizionale di Oristano, guidate dall’esperta Massaia Manna, è affidato il compito di trasfigurare il cavaliere in Componidori.
Il cavaliere indossa gli abiti antichi de su Componidori: pantaloni di pelle, la camicia bianca e il coietto, una giacca anch’essa in pelle che si allunga a mo’ di gonnellino sul davanti.


La posa della maschera sul viso del cavaliere è il momento più emozionante dell’intero cerimoniale, in quel momento l’uomo si trasforma in Componidori, una figura sublime.
Su Componidori del gremio dei contadini indossa una maschera color terra, i nastri che adornano il suo costume sono rossi come la camelia che adorna il suo velo.
Su Componidori del gremio dei falegnami indossa una maschera chiara color cera, i suoi nastri sono celesti e rosa, come rosa è il colore della sua camelia.









 Per ultimo viene posto sul capo un velo ricamato e un cappello a cilindro nero.
Al termine della vestizione dovrà salire sul cavallo senza toccare il suolo sino alla fine della corsa.








 Su Componidori con al suo fianco su secundu e su terzu, si avvia verso il percorso della giostra seguito dal corteo delle pariglie dei cavalieri.





I CAVALIERI

I Cavalieri della manifestazione si esibiscono in un imponente corteo al seguito della pariglia de su Componidori, con cavalli riccamente bardati a festa con rosette colorate, indossando preziosi costumi della tradizione sarda e di quella spagnola.

In entrambe le giornate partecipano 40 pariglie, ogni pariglia è composta da tre elementi.











TAMBURINI E TROMBETTIERI

 La colonna sonora della Sartiglia è costituita dai ritmi scanditi dei tamburi e delle trombe.

Tutte le fasi della manifestazione sono accompagnate dai ritmi cadenzati dei tamburi e dai sonori squilli delle trombe.




 Il corteo preceduto dalla schiera dei tamburini e trombettieri, procede fra la folla mentre su Componidori benedice tutti con sa pippia de maiu, (doppio mazzo di di viole mammole).





 Giunti nei pressi della Cattedrale, sotto il nastro verde che sostiene la stella d’argento, sempre al ritmo dei tamburi, su Componidori e su Secundu incrociano per tre volte le rispettive spade.






A partire da quel momento inizia la sfida, su Componidori per primo tenterà la sorte cercando di cogliere al galoppo la stella, poi sarà la volta dei suoi due aiutanti in campo.
Successivamente sarà la volta dei cavalieri a cui il capo-corsa concederà l’onore della spada.
Calorosi applausi e urla di giubilo della folla accompagnano i cavalieri che centrano la stella, a lui resterà in ricordo una piccola stella d’argento consegnatagli in dono; ai cavalieri che per sorte e abilità riusciranno a cogliere la stella anche nella seconda giornata di gara sarà donata una stella d’oro.












La stella è simbolo di buona sorte e di fecondità. Il numero di stelle colte durante la giornata sarà di buon auspicio per il relativo gremio. Maggiore sarà il numero delle stelle colte più proficuo sarà l’anno per contadini e falegnami.





Alla pariglia del Componidori è concesso l’onore di affrontare di nuovo il percorso e tentare di cogliere la stella con su stoccu, queste saranno le ultime discese.






La benedizione de su Componidori decreterà la fine della manifestazione. Sarà lui in groppa al suo destriero con la schiena distesa sul cavallo, con in mano sa Pippia de Maiu, ad impartire, con gesti precisi, la benedizione a tutti i presenti
Dopo questo emozionante rito detto “ sa remada” , si ricompone il corteo guidato dal capo-corsa verso la via Mazzini dove si svolgeranno le evoluzioni a Pariglia.






Su questo percorso, secondo l’ordine, tutte le pariglie partecipanti potranno cimentarsi nelle esibizioni. Apre la serie delle evoluzioni la pariglia del capo-corsa, che per salvaguardare incolumità del Componidori, non compie evoluzioni pericolose, ma un “semplice” passaggio al galoppo con i cavalli appaiati.
Da su Brucciu prendono il via le spericolate acrobazie dei cavalieri che si spingono in spettacolari esibizioni al galoppo coi cavalli affiancati.










 L’ultimo passaggio sul percorso è ancora una volta affrontato da su Componidori con la sua pariglia. La chiusura della corsa è segnata dal passaggio del capo-corsa che esegue l’ultima Remada della corsa.





 La manifestazione si conclude con la cerimonia della Svestizione.
Su Componidori accostandosi col cavallo sino a sa mesitta, facendo sempre attenzione a non toccare terra, smonta da cavallo direttamente sul tavolo dove avverrà la sua svestizione.
Le Massaieddas, tolto il cilindro e il velo, sciolgono i lacci della maschera.
Levata la maschera finisce di esistere su Componidori e il volto dell’uomo ricompare.I numerosi presenti salutano e si congratulano per l’impresa del cavaliere.
Si conclude con questa frase:
Attrus annus mellusu” ( auguri per altri anni migliori)



















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