martedì 2 maggio 2017

POP ART e NEW-DADA

L'arte nell'era dei consumi

In un momento storico in cui il consumo e la comunicazione acquistano una dimensione spaziale globale e un ritmo frenetico, gli artisti si soffermano sui nuovi rapporti con gli oggetti e i  messaggi. Il quotidiano entra nelle opere invitando a tempi di riflessione più lunghi.

 Nata in Inghilterra, la POP ART (da popular art, arte popolare)  si diffonde negli anni Sessanta, quando , in pieno sviluppo economico, esplode la diffusione dei mezzi di comunicazione come la televisione. Gli artisti americani si soffermano sulla rapidità di comparsa e scomparsa di prodotti, personaggi e miti.  Diversi artisti smisero di considerare l'arte come un mezzo per esprimere se stessi, scegliendo di rappresentare oggetti e immagini popolari tratti dalla vita quotidiana. 
Nella società contemporanea, infatti, l'individuo ha perso importanza poichè è inglobato nella massa indifferenziata dei consumatori, in un nuovo stile di vita basato sul rapido consumo delle merci e miti collettivi che gli artisti hanno voluto documentare dando vita al movimento della POP ART 
I protagonisti delle opere d'arte pop sono  alimenti e prodotti diffusi e pubblicizzati a quell'epoca, oltre a personaggi famosi ritenuti mitici che, isolati dal contesto abituale e riprodotti con varie tecniche o ingigantiti, sono trasformati in SIMBOLI DELLA VITA MODERNA,  dimensioni e colori eccessivi costringono l'osservatore ad un tempo di riflessione più lungo, in contrasto con i ritmi veloci moderni.

ROY LICHTENSTEIN 
Al mondo dei fumetti e del cinema si ispira Roy Lichtenstein, che isola nelle sue tele singoli fotogrammi, ingrandendoli e separandoli dal loro contesto abituale in modo che assumano significati differenti.  Lo spazio non ha profondità, le figure prive di ombre e sfumature, sono definite da contorni neri e colori vivaci.






Andy Warhol

ANDY WARHOL è l'artista simbolo della Pop Art americana, ha iniziato la sua attività come pubblicitario per dedicarsi poi alla pittura, alla fotografia e al cinema, fondando a New York la Factory, ossia un centro di produzione artistica per accogliere giovani artisti.
Nelle sue opere i temi propri del movimento  vengono  amplificati attraverso l'idea della moltiplicazione delle immagini, resa concreta dall'uso della serigrafia. I divi cinematografici e la Coca Cola o la zuppa Campbell sono considerati prodotti di consumo, riconoscibili "in un batter d'occhio da qualunque passante". Simboli della cultura americana, diventano patrimonio condiviso in tutto il mondo grazie ai mezzi di comunicazione e alla riproducibilità delle loro immagini. Andy Warhol trasferisce questo processo di diffusione all'opera d'arte, spogliandola della sua unicità fisica rendendola prodotto di massa. Con la serie dei "barattoli di minestre Campbell's" Warhol porta un oggetto da supermercato sulla tela trasformandolo in opera d'arte, che venendo riprodotta in più esemplari diventa essa stessa oggetto commerciabile e fruibile.
Warhol ha riprodotto ripetutamente anche volti di personaggi celebri, come ad esempio il viso dell'attrice Marilyn Monroe. Il soggetto spesso ingrandito o deformato nei contorni e nei colori, compariva al centro della tela, oppure era ripetuto in una sorta di lungo fotogramma di immagini al tempo stesso uguali e diverse, banalizzate dalla ripetizione ma anche rese "eterne" dall'intervento dell'artista.








IL NEW DADA AMERICANO: JASPER JOHNS E ROBERT RAUSCHEMBERG

Nella metà degli anno cinquanta si impongono nel panorama artistico americano le opere di Jasper Johns nelle quali l'attenzione è posta si oggetti di uso quotidiano, immortalati sulla tela nella loro semplice essenzialità. in "Tre bandiere" del 1958, ad esempio, la bandiera americana viene riprodotta in un dipinto piatto e bidimensionale, per l'artista la bandiera non è più un simbolo patriottico, ma solo un disegno astratto dai colori vivaci. 
La riflessione sulla rappresentazione reale degli oggetti trova una soluzione con l'inserimento degli oggetti stessi nelle opere, rielaborando in chiave nuova il ready-made dada.
La tecnica del ready-made viene utilizzata anche da Robert Rauschemberg, sono celebri i suoi assemblaggi di oggetti di vario genere, uniti a fotografie e interventi pittorici e grafici. Sulla tela tutto è posto in maniera irrazionale: deve essere l'osservatore a ricostruire i nessi logici e a ritrovare i significati simbolici. 

Jasper Johns
Jasper Johns
Robert Rauschemberg
Robert Rauschemberg
Robert Rauschemberg 

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