Natura
morta con mele e arance, 1899,
olio su tela, Parigi Musée d'Orsay
Cézanne
dipinge nature morte sin dagli esordi della carriera, ma questa sua
opera appartiene alla sua piena maturità artistica. Il quadro
rientra in una serie di sei nature morte dipinte nello stesso
periodo, in tutti i sei dipinti sono presenti gli stessi oggetti:
piatti di maiolica, un boccale con
decorazione floreale, frutta. Anche il principio di composizione di
queste tele è simile: in tutti i quadri compare una carta da parati
che delimita gli spazi. L'effetto dinamico fondamentale è dato dalla
disposizione diagonale che assume l'intera composizione e dalla
contrapposizione tra il bianco della tovaglia e il rosso dei frutti
con un linguaggio plastico di grande rigore. La sua arte si basa su
forme geometriche essenziali in cui è il colore a strutturare lo
spazio pittorico. Cézanne diceva: “Tutto in natura è formato da
sfera, cilindro e cono”
Paul
Gauguin
Donne
tahitiane sulla spiaggia,
1891,olio su tela, Parigi,
Musèe d'Orsay
Gauguin
fece le sue prime esperienze artistiche col gruppo degli
impressionisti, ma ben presto abbandonò questo gruppo per elaborare
un suo stile, antinaturalistico
e simbolista. Nel 1891 s'imbarcò per Tahiti, alla ricerca di una
civiltà pura e incorrotta; qui ritrasse i Maori nelle loro attività
quotidiane, come in questo dipinto: una scena di vita ordinaria di
due ragazze tahitiane sulla spiaggia. Le due figure massicce
riempiono la tela in un gioco di equilibrio compositivo. Una spessa
linea di contorno le definisce, scandendo le grandi macchie di colore
caldo e luminoso. Ciò che più colpisce l'osservatore è la profonda
malinconia che caratterizza il volto e lo sguardo di una e il profilo
dell'altra ragazza. In
tutte le sue opere Gauguin cercò di semplificare le immagini e le
forme per
arrivare a uno stile sintetista, ossia caratterizzato da forme
essenziali, contornate da una linea scura e colori accesi, stesi con
pennellate ampie e prive di chiaroscuro. Nonostante i colori intensi
e contrastanti i sui personaggi hanno spesso un aspetto malinconico.
Vincent
Van Gogh
L'olandese
Vincent Van Gogh ebbe una vita tormentata e solitaria, profondamente
segnata dalla malattia e conclusasi con il suicidio. Dopo aver svolto
varie attività prima di dedicarsi alla pittura, si recò a Parigi
dove scoprì le opere impressioniste, ma
non tollerò a lungo la vita frenetica della città e si ritirò nel
sud della Francia. Egli riteneva la pittura un lavoro vivo, opposto a
quello meccanico e spersonalizzante dell'industria, l'arte era per
lui uno strumento che permetteva di esternare l'inquietudine del suo
stato d'animo. Oltre al colore, anche la prospettiva fu usata
dall'artista molto liberamente, egli ricorse infatti, a deformazioni
ed errori per rendere lo spazio incerto e quindi capace di esprimere
il suo disagio interiore.
La
stanza di Van Gogh ad Arles,
1888, olio su tela, Amsterdam Museo Van Gogh
Il
dipinto mostra la stanza che il pittore occupava durante il suo
soggiorno ad Arles, con il letto a destra, due sedie di paglia e un
tavolino con poche suppellettili. Sulle pareti si possono osservare
anche sei quadri, tra i quali due autoritratti. Lo spazio della
stanza appare distorto perché non rispetta le regole della
prospettiva. Le tinte sono evidenti, a pieno impasto. I colori sono
accesi e contornati da un colore scuro.
Campo
di grano con cipressi 1889, olio
su tela, New York, Metropolitan Museum
in
una lettera al fratello Theo, Van Gogh descrisse così il suo lavoro:
“Ho una tela di cipressi con alcune spighe di grano,
alcuni papaveri, un cielo blu come un plaid scozzese; dipinto con un
impasto denso...e il campo di grano al sole, che rappresenta il
calore, molto spesso eccessivo”
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