venerdì 13 novembre 2015

POSTIMPRESSIONISMO (parte seconda)



Natura morta con mele e arance, 1899, olio su tela, Parigi Musée d'Orsay
Cézanne dipinge nature morte sin dagli esordi della carriera, ma questa sua opera appartiene alla sua piena maturità artistica. Il quadro rientra in una serie di sei nature morte dipinte nello stesso periodo, in tutti i sei dipinti sono presenti gli stessi oggetti: piatti di maiolica, un boccale con decorazione floreale, frutta. Anche il principio di composizione di queste tele è simile: in tutti i quadri compare una carta da parati che delimita gli spazi. L'effetto dinamico fondamentale è dato dalla disposizione diagonale che assume l'intera composizione e dalla contrapposizione tra il bianco della tovaglia e il rosso dei frutti con un linguaggio plastico di grande rigore. La sua arte si basa su forme geometriche essenziali in cui è il colore a strutturare lo spazio pittorico. Cézanne diceva: “Tutto in natura è formato da sfera, cilindro e cono”

Paul Gauguin




Donne tahitiane sulla spiaggia, 1891,olio su tela, Parigi, Musèe d'Orsay
Gauguin fece le sue prime esperienze artistiche col gruppo degli impressionisti, ma ben presto abbandonò questo gruppo per elaborare un suo stile, antinaturalistico e simbolista. Nel 1891 s'imbarcò per Tahiti, alla ricerca di una civiltà pura e incorrotta; qui ritrasse i Maori nelle loro attività quotidiane, come in questo dipinto: una scena di vita ordinaria di due ragazze tahitiane sulla spiaggia. Le due figure massicce riempiono la tela in un gioco di equilibrio compositivo. Una spessa linea di contorno le definisce, scandendo le grandi macchie di colore caldo e luminoso. Ciò che più colpisce l'osservatore è la profonda malinconia che caratterizza il volto e lo sguardo di una e il profilo dell'altra ragazza. In tutte le sue opere Gauguin cercò di semplificare le immagini e le forme per arrivare a uno stile sintetista, ossia caratterizzato da forme essenziali, contornate da una linea scura e colori accesi, stesi con pennellate ampie e prive di chiaroscuro. Nonostante i colori intensi e contrastanti i sui personaggi hanno spesso un aspetto malinconico.

Vincent Van Gogh

L'olandese Vincent Van Gogh ebbe una vita tormentata e solitaria, profondamente segnata dalla malattia e conclusasi con il suicidio. Dopo aver svolto varie attività prima di dedicarsi alla pittura, si recò a Parigi dove scoprì le opere impressioniste, ma non tollerò a lungo la vita frenetica della città e si ritirò nel sud della Francia. Egli riteneva la pittura un lavoro vivo, opposto a quello meccanico e spersonalizzante dell'industria, l'arte era per lui uno strumento che permetteva di esternare l'inquietudine del suo stato d'animo. Oltre al colore, anche la prospettiva fu usata dall'artista molto liberamente, egli ricorse infatti, a deformazioni ed errori per rendere lo spazio incerto e quindi capace di esprimere il suo disagio interiore.

La stanza di Van Gogh ad Arles, 1888, olio su tela, Amsterdam Museo Van Gogh
Il dipinto mostra la stanza che il pittore occupava durante il suo soggiorno ad Arles, con il letto a destra, due sedie di paglia e un tavolino con poche suppellettili. Sulle pareti si possono osservare anche sei quadri, tra i quali due autoritratti. Lo spazio della stanza appare distorto perché non rispetta le regole della prospettiva. Le tinte sono evidenti, a pieno impasto. I colori sono accesi e contornati da un colore scuro.

 Campo di grano con cipressi 1889, olio su tela, New York, Metropolitan Museum
in una lettera al fratello Theo, Van Gogh descrisse così il suo lavoro: “Ho una tela di cipressi con alcune spighe di grano, alcuni papaveri, un cielo blu come un plaid scozzese; dipinto con un impasto denso...e il campo di grano al sole, che rappresenta il calore, molto spesso eccessivo”





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